Un piacere senza età.

L’età non conta quando si tratta di gustare un buon sorso di latte.
Bambini, adulti, nonni: il latte contribuisce a soddisfare il fabbisogno quotidiano di calcio di ognuno noi, in tutte le età della vita. Durante la crescita il calcio è indispensabile per la formazione dello scheletro e dei denti. In età adulta è utile a mantenere un ottimale stato di calcificazione scheletrica; nella maturità a prevenire l'osteoporosi. Il calcio favorisce l'attività muscolare, quella del cuore, la coagulazione del sangue e molti altri processi metabolici. Di quanto calcio abbiamo bisogno ogni giorno? Dipende dall’età:

• 600 mg da 0 a 3 anni;
• 900 mg da 4 a 6 anni;
• 1100 mg da 7 a 10 anni;
• 1200 mg durante l’adolescenza;
• 1000 mg in età adulta.

Durante la gravidanza e l'allattamento il fabbisogno di calcio consigliato è 1200 mg al giorno, ed ancora maggiore (fino a 1500 mg al giorno) è consigliato nelle donne in età post-menopausale.

Il latte è un alimento essenziale in alcune diete di ripresa dell’alimentazione in corso o dopo patologie gravi intestinali o gastriche.

Una sana abitudine quotidiana.

500 ml di latte o di yogurt al giorno, preferibilmente parzialmente scremato: è la quantità consigliata all’interno di una dieta equilibrata. Si tratta di una sana abitudine da acquisire da piccoli – soprattutto con l’esempio di mamma e papà - e mantenere nel corso della vita. Latte e yogurt non devono essere considerati alimenti per bambini e, per questo abbandonati precocemente, ma devono rappresentare alimentari fondamentali della nostra alimentazione.

In caso di diete che richiedano un ridotto apporto di grassi (obesità, aumento di colesterolo o trigliceridi) sono in commercio latti parzialmente scremati a minore contenuto in grassi. In caso d’intolleranze al lattosio è disponibile latte in cui questo zucchero è stato già digerito da enzimi e quindi può essere tollerato anche da persone con questa mancanza.

C’è sempre posto per il latte in tavola!

Una tazza di latte è sempre pronta a dare il buongiorno. Con un po’ di biscotti, pane o cereali è una prima colazione ideale per fornire gli zuccheri necessari per affrontare la scuola e il lavoro.

Per uno spuntino a metà mattinata o metà pomeriggio il latte o i suoi derivati sono un piacevole break alle nostre attività quotidiane. Si può bere un bicchiere di latte oppure concedersi un vasetto di yogurt, un frullato, un budino o un gelato.

A cena, latte e riso sono ingredienti per minestre facili da preparare e altamente digeribili: sono apprezzate soprattutto da bambini e anziani.

Latte e sport: scelta vincente.

Il latte è indicato alle persone che praticano sport. È ottimo per reidratare l’organismo e rifornirlo di sali minerali e vitamine, persi durante l’attività fisica.

Allergie e intolleranza: cosa dice la scienza.

1. Allergie
   • 0,54%: è la percentuale media dei bambini fino a due anni affetti, in Italia e in Europa, da allergia al latte vaccino. L’allergia evidenziata nell’infanzia regredisce nel 63% dei casi e le persone possono riassumere l’alimento senza alcun problema. Tra gli adulti, i soggetti affetti da questa patologia sono lo 0,2% della popolazione.
   • I sintomi correlabili all’allergia al latte sono: orticaria, dermatite atopica, anafilassi e diarrea. Altri sintomi riferiti dalle persone quali cefalea, stanchezza, dolori muscolari o articolari, insonnia, esauribilità mentale, incapacità a concentrarsi, febbricola, stomatite aftosa o altri non facilmente inquadrabili non hanno alcun collegamento con l’allergia alimentare. Nella maggioranza dei casi si tratta di vere reazioni allergiche, le stesse non si manifestano se il latte è riscaldato.
   • La cura. Oggi è possibile guarire oltre i 2/3 delle persone allergiche con un vaccino orale desensibilizzante innocuo ed efficace.
   • La diagnosi. La diagnosi fai da te o formulata con test fasulli fa spendere inutilmente denaro ed è nociva alla salute poiché causa di esclusione dalle diete di alimenti preziosi. Come conseguenze di queste diete si creano disturbi psichici quali l’anoressia o la fobia al cibo, oltre a sindromi depressive.
   • Tre sono i test validi: il test di esposizione orale (comparsa di sintomi dopo ingestione del latte), il test cutaneo (Prick test), il test sul sangue (RAST, Immunocap, o il test proteomico). Il principio di questi ultimi è quello di cercare anticorpi specifici di tipo IgE contro le proteine del latte.
2. Intolleranza al latte vaccino (lattosio)
   • Cosa è la lattasi? È un enzima che determina un’idrolisi (frammentazione) del lattosio in due componenti: il glucosio e il galattosio. Questi sono due elementi assorbiti nell’intestino, il glucosio come fonte di energia e il galattosio come sostanza unita a proteine e grassi. La lattasi è presente nelle cellule intestinali.
   • Deficit di lattasi. Nella sua forma congenita, molto rara, è su base genetica: le persone sin dalla nascita non digeriscono il latte e bisogna eliminarlo. Anche la forma primaria, più frequente, è su base genetica. Altre forme sono causate dai deficit di lattasi secondari a malattie intestinali: una volta guarita la patologia primaria, tendono a regredire. Tra i sintomi di intolleranza al lattosio: flatulenza, distensione, gonfiore e dolore addominale, a volte diarrea, meteorismo.
   • La diagnosi di intolleranza al lattosio. È eseguita con il breath test all’idrogeno che consiste nella misurazione dell’idrogeno nell’aria espirata che in casi di patologia supera i valori normali. L’idrogeno giunge ai polmoni da un eccesso di suo sviluppo nell’intestino proveniente da lattosio non digerito nell’intestino.

Perché rinunciare al piacere del latte?

Come affrontare a tavola l’intolleranza al lattosio:

• seguire una dieta di esclusione e poi successive reintroduzioni di dosi latte in quantità crescente, cercando di trovare la dose massima tollerata.
• Consumare latte a ridotta percentuale di lattosio cosiddetto latte delattosato.
• Scegliere formaggi a basso contenuto di lattosio (scamorza, stracchino, parmigiano e grana, burro, gorgonzola, mozzarella di vacca).
• Privilegiare lo yogurt. Contiene Streptococcus termophilus che produce beta-galattosidasi, attiva nel transito dell’intestino. Ancora più digeribile è lo yogurt ottenuto da latte a ridotto contenuto di lattosio (<0.5%).

La sostituzione del latte di mucca con altro latte di origine vegetale, non garantisce lo stesso potere nutritivo e non esclude in soggetti con allergia alimentare la comparsa di eventi avversi ad altre proteine, spesso più frequenti e pericolose di quelle contenute nel latte di mucca (latte di soia, mandorle, avena, riso).